SETTEMBRE 2008 – Dal 30 luglio al 13 settembre più di 2 mila lavoratori della Body Fashion Thailand, filiale del colosso svizzero dell’intimo Triumph International, hanno scioperato per ottenere il reintegro della presidentessa del loro sindacato, Jitra Kotshadej, licenziata il 29 luglio per aver partecipato in veste privata ad un programma televisivo indossando una maglietta con la scritta “Chi non si alza in piedi non è un criminale. Pensarla in modo diverso non è reato”. La scritta si riferisce al diritto dei cittadini thailandesi di non mettersi sull’attenti quando viene suonato l’inno reale e all’abuso del reato di lesa maestà allo scopo di reprimere il dissenso politico.

Dopo 45 giorni di sciopero e la resistenza opposta da Triumph, i lavoratori hanno dovuto accettare un accordo che vincola la riassunzione di Jitra alla decisione del tribunale al quale Jitra si era appellata per ottenere la riapertura del suo caso, dopo che il magistrato aveva avallato con un’ordinanza il suo licenziamento impedendole però di comparire in aula per difendersi.  Dopo quello della Fibres and Fabrics International di Bangalore, è la seconda volta in poco meno di un anno che affrontiamo un caso di ingerenza ad opera delle imprese commerciali nella sfera di un diritto universale basilare come quello dell’espressione del pensiero. Dal 23 settembre al 3 ottobre Wanphen Wongsombat dell’International Thailand Labour Union e Premjai Jaikla della Thai Labour Campaign visiteranno cinque paesi europei e cercheranno di incontrare i vertici della Triumph International in Svizzera e in Germania.

(per maggiori informazioni: http://www.cleanclothes.org/urgent/08-09-23.htm)