I problemi evidenziati nel rapporto:
* il lavoro minorile esiste ancora nell’industria Pakistana, in particolare presso i lavoratori a domicilio.
* diiscriminazioni di genere nei confronti delle lavoratrici a domicilio, pagate il minimo e a rischio costante di perdere il lavoro a causa della gravidanza;
* abuso di lavoro straordinario, come è stato rilevato in una fabbrica cinese, dove è stato scoperto che si lavora fino a 21 ore al giorno tutti i giorni per un mese intero;
* la mancanza di acqua potabile o strutture di assistenza sanitaria, ed anche servizi igienici, per esempio nelle fabbriche indiane di cucitura
Circa il 75% degli oltre 200 lavoratori intervistati in Pakistan non sono assunti a tempo indeterminato, pertanto non hanno accesso alle prestazioni pensionistiche e alla. sicurezza sociale.
Negli ultimi dieci anni, rapporti periodici sulle violazioni dei diritti umani nella produzione dei palloni da calcio sono stati presentati ai principali attori del settore tra cui i grandi marchi e la FIFA.
La Clean Clothes Campaign è sconcertata dal fatto che dopo tutti questi anni, i bassi salari e altre gravi forme di violazioni dei diritti dei lavoratori sono ancora la norma e non l’eccezione del settore. Ricordate alla FIFA le sue responsabilità verso il settore sportivo sport, e che come i fan di tutto il mondo hanno grandi aspettative verso i campionati mondiali, i cittadini si aspettano che l’industria del pallone dimostri concretamente di rispettare le sue promesse in materia di diritti umani.