Il fornitore di Original Marines prende di mira i sostenitori della CCC invece di migliorare le condizioni di lavoro in fabbrica.
Il mese scorso la Campagna Abiti Puliti (membro della Clean Clothes Campaign) e la Filcams CGIL hanno avviato una campagna pubblica per invitare Original Marines e il suo fornitore, l’azienda indonesiana PT SC Enterprise, a cessare gli abusi contro i lavoratori che producono per la PT SC Enterprise. Abiti Puliti e Filcams Cgil hanno anche esortato la PT SC Enterprise a reintegrare i 42 addetti illegalmente licenziati dopo avere formato il sindacato indipendente SP SCE, a marzo dello scorso anno. Invece di porre fine a questo comportamento illegittimo e riassumere i lavoratori licenziati, l’azienda ha intensificato gli atti intimidatori che ora colpiscono anche Abiti Puliti e Filcams Cgil, che hanno legittimamente denunciato il caso.
La società indonesiana PT SC Enterprise, di proprietà dell’italiano Stefano Cavazza, ha risposto alle richieste della campagna aumentando la pressione nei confronti dei lavoratori. Interviste ai lavoratori confermano che in fabbrica persistono un clima di intimidazione e condizioni di lavoro inadeguate. Se i lavoratori non raggiungono i loro obiettivi di produzione, subiscono trattenute salariali mentre il lavoro straordinario è obbligatorio. Anche i sostenitori di Abiti Puliti sono stati presi di mira dal proprietario dell’azienda che ha inviato loro mail a più riprese nelle quali si fa riferimento ad alcuni difensori dei diritti umani con inaccettabili toni minacciosi. Mentre oggi la PT SC Enterprise sembra ansiosa di comunicare con i sostenitori della campagna pubblica, prima che il caso divenisse pubblico ha evitato di rispondere alle lettere inviate da Abiti Puliti e dalla Filcams Cgil.
E ‘importante chiarire che Abiti Puliti e Filcams Cgil non hanno per obiettivo la cessazione della produzione né si prefiggono di causare danni alla fabbrica, poiché ciò andrebbe solo a svantaggio dei lavoratori. Abiti Puliti ha messo tutto il suo impegno per comunicare in modo costruttivo sia con Original Marines, che con PT SC Enterprise. Dal luglio 2012, ha fornito regolarmente alla IMAP rapporti dettagliati e affidabili che riportano fatti, episodi e prove ma questo non ha portato ad un dialogo costruttivo. Abiti Puliti e Filcams Cgil si sono viste infine costrette a lanciare una campagna pubblica per riuscire ad ottenere cambiamenti positivi per i lavoratori e il riconoscimento dei loro diritti fondamentali. Tuttavia, ad eccezione della rimozione di un paio di clausole discriminatorie e illegittime dai documenti ufficiali dell’azienda, non ci sono stati miglioramenti sostanziali nelle condizioni di lavoro.
‘Manifestazioni spontanee’
Una delle e-mail inviate ai sostenitori della campagna promossa da Abiti Puliti e da Filcams Cgil è giunta dallo SPI, un sindacato che sostiene di essere indipendente. L’e-mail include le firme dei lavoratori, e fotografie delle proteste, che accusano Abiti Puliti e Filcams CGIL di diffondere informazioni false. Secondo i racconti di diversi lavoratori iscritti al sindacato SP SCE, intervistati dal Kasbi l’8 gennaio scorso, le manifestazioni hanno avuto luogo nelle seguenti circostanze:
– Il 20 dicembre alle 7 del mattino circa duecento lavoratori sono stati radunati in fabbrica in preparazione di una manifestazione di fronte al Dipartimento del Lavoro di Klaten. La società li ha informati che la fabbrica avrebbe chiuso se non avessero protestato contro il sindacato SP SCE.
-Durante le interviste, i lavoratori hanno riferito che il giorno dopo i dirigenti hanno fatto circolare una lettera in tutti i reparti chiedendo ai lavoratori di firmare una petizione per rifiutare il reintegro dei 42 lavoratori licenziati. Ai lavoratori è stato chiesto di firmare sotto minaccia di licenziamento.
Una settimana dopo, il 28 dicembre, i lavoratori sono stati riuniti fuori dalla fabbrica e gli è stato chiesto di sollevare le bandiere dello SPI. Le fotografie esistenti sono state scattate dalla direzione.
‘Indipendente’
Lo SPI sembra essere strettamente collegato con l’azienda e la direzione.I recapiti dello SPI sono gli stessi della fabbrica PT SC Enterprise e diversi funzionari sindacali dello SPI lavorano a livello manageriale in fabbrica. Ciò è in contraddizione con l’art.15 della legge sul sindacato del 21/2000 in cui si afferma che i lavoratori che in una impresa ricoprono posizioni che possono causare un conflitto di interesse non possono rivestire il ruolo di funzionari sindacali nella stessa azienda.
Inoltre, la lettera inviata per email dallo SPI è anonima e scritta in italiano, cosa molto insolita visto che tutti i lavoratori parlano indonesiano e un inglese molto limitato.
La comunicazione proveniente dalla direzione della PT SC Enterprise e dal sindacato ‘indipendente’ SPI contiene numerose contestazioni in relazione al caso denunciato e a Abiti Puliti. Di seguito sono allegati alcuni documenti con informazioni dettagliate e approfondimenti che confutano tali contestazioni:
>> La cronologia dei fatti (download)
>> La raccolta delle prove (download)
La richiesta alla CCC di recarsi in Indonesia
La PT SC Enterprise ha invitato Abiti Puliti ad andare in Indonesia per verificare direttamente le condizioni di lavoro in fabbrica. Anche se questo può sembrare un gesto positivo, non è la cosa giusta da perseguire. L’azienda ha già ricevuto raccomandazioni da parte dell’agenzia responsabile, il Dipartimento del lavoro di Klaten, che non sono ancora state adottate. Avere un comportamento etico e responsabile lungo l’intera catena di fornitura significa garantire il rispetto delle leggi nazionali e delle convenzioni internazionali dell’OIL. La responsabilità è in primo luogo del produttore PT SC Enterprise, ma anche dell’acquirente italiano IMAP, che ha il dovere di garantire che i suoi prodotti siano fabbricati in conformità con gli standard internazionali. Giova qui ricordare che la libertà di associazione sindacale e la contrattazione collettiva sono due diritti fondamentali di tutti i lavoratori, sanciti dalle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).
Al fine di giungere a una soluzione efficace della controversia, il proprietario della PT SC Enterprise deve pertanto accettare l’invito a dialogare con sindacati indipendenti come lo SP SCE. I leader sindacali del sindacato affiliato al KASBI hanno ripetutamente dichiarato di voler sviluppare relazioni positive e produttive con la direzione aziendale.
Come risolvere la controversia in corso
La PT SC Enterprise deve impegnarsi a promuovere la libertà di associazione sindacale, senza alcuna condizione, quale premessa necessaria all’avvio di un processo negoziale vero e credibile. Fino a quando la PT SC Enterprise rifiuterà un confronto autentico con i sindacati, l’azienda continuerà a violare diritti fondamentali e il caso in oggetto non potrà essere risolto. Pertanto per assicurare l’avvio un processo negoziale credibile, i sindacati, la Campagna Abiti Puliti e Oxfam chiedono a PT SC Enterprise di firmare il Protocollo di intesa sulla Libertà di associazione sindacale già firmato nel 2011 da grandi marchi internazionali, fornitori e sindacati (compreso il Kasbi cui il SP SCE aderisce). Il protocollo è stato riconosciuto dal programma Better Work dell’OIL come un modello multistakeholder esemplare ed è sostenuto dal ministero del lavoro indonesiano.
Il ruolo della IMAP
È responsabilità della IMAP garantire che i suoi prodotti siano fabbricati in conformità alle convenzioni internazionali. La responsabilità delle imprese multinazionali operanti nel settore dell’abbigliamento è anche specificata nelle Linee Guida delle Nazioni Unite sulle imprese e i diritti umani che attribuiscono alle imprese l’obbligo di rispettare i diritti umani.
Non chiediamo alla IMAP di cessare gli ordini alla PT SC Enterprise. Piuttosto chiediamo alla IMAP di continuare ad approvvigionarsi dal suo fornitore collaborando per definire le necessarie misure di miglioramento da adottare.
Invitiamo IMAP e PT SC Enterprise a:
– Firmare il protocollo sulla libertà di associazione sindacale già sottoscritto da importanti marchi internazionali che operano in Indonesia, fornitori e sindacati e direndere il protocollo disponibile a tutti i lavoratori
– Reintegrare i 42 lavoratori licenziati arbitrariamente, secondo quanto previsto dalla raccomandazione ufficiale del Dipartimento del lavoro di Klaten (No.567/1320/14).
– Cessare tutti gli atti di violenza, abuso e ogni ulteriore intimidazione nei confronti dei lavoratori della PT SC Enterprise, ivi compreso il costringerli a firmare per il rifiuto del reintegro dei 42 lavoratori licenziati
– Porre fine agli straordinari forzati (anche noti come ‘lavoro esteso’ o ‘ore fedeltà). Il lavoro straordinario deve essere effettuato in conformità con la legge, ovvero non deve essere obbligatorio, deve essere pagato il dovuto e non deve superare le 14 ore a settimana.
– Abolire il sistema corrente dei contratti a termine. Tutti i contratti devono essere registrati in conformità con la legge e i lavoratori devono essere assunti a tempo indeterminato.