Non ci sono più scuse: nuovi fatti rivelano il fallimento del Bangladesh nelle fare le riforme del lavoro mentre l’Europa rimane a guardare
Alla luce dei fatti evidenziati nel nuovo rapporto pubblicato oggi, i sindacati e le organizzazioni di attivisti del lavoro rinnovano alla Commissione Europea la richiesta di onorare la promessa di avviare un’indagine commerciale in Bangladesh, a seguito del perdurante fallimento del governo nel fare urgentemente le necessarie riforme di legge e delle politiche di governo dei diritti sindacali nell’industria dell’abbigliamento del paese.
In un nuovo rapporto inviato oggi alla Commissione Europea, la Clean Clothes Campaign, l’International Trade Union Confederation, l’European Trade Union Confederation, IndustriALL Global Union e UNI Global Union dimostrano che, nonostante la firma del “Sustainability Compact” con l’Unione Europea quattro anni fa, il governo del Bangladesh continua a violare gli impegni assunti, non realizzando le riforme vitali necessarie a garantire che l’industria dell’abbigliamento rispetti i principali standard internazionali del lavoro.
Il rapporto si concentra su quattro settori chiave che restano i principali ambiti di preoccupazione per l’Unione europea, l’ILO, i sindacati e gli attivisti per i diritti del lavoro, oltre ad altri portatori di interesse della comunità internazionale a seguito del crollo catastrofico dell’edificio Rana Plaza in Bangladesh. Si tratta della riforma del diritto del lavoro, della libertà di associazione sindacale nelle zone franche per l’esportazione (EPZ), del miglioramento della procedura di registrazione dei sindacati e della cessazione dei fenomeni diffusi di discriminazione anti-sindacale.
Il Sustainability Compact per il Bangladesh comprende una serie di azioni specifiche e temporanee nei quattro ambiti che il governo del Bangladesh si è impegnato ad attuare quando ha firmato il Compact nel 2013. Tuttavia, sebbene il Bangladesh continui a fallire nell’implentazione delle azioni necessarie, l’UE tarda nell’avviare un’indagine commerciale in Bangladesh per confermare in che misura siano soddisfatti i principali diritti del lavoro e dei diritti umani.
Lo scorso maggio la Commissione Europea aveva esteso il termine di attuazione delle azioni di adeguamento ad agosto 2017, quando il governo del Bangladesh avrebbe dovuto fornire all’UE “progressi tangibili” per poter conservare l’idoneità all’accesso commerciale preferenziale dell’UE. Questa estensione della scadenza è giunta a seguito di una serie di estensioni precedenti ed è oggi passata senza alcuna conseguenza. Ciò è indicativo della riluttanza della Commissione Europea ad utilizzare il suo potere nel richiamare il governo del Bangladesh alle sue responsabilità.
Come principale partner commerciale del Bangladesh, l’Unione Europea ha sia il potere che la responsabilità di contribuire ad assicurare che gli standard di lavoro in Bangladesh siano rispettati. Il nuovo rapporto include una serie di casi studio che sottolineano come i sindacalisti continuano a fronteggiare forti discriminazioni e violenze. Questi casi, associati alla repressione delle proteste pacifiche per i salari avvenute all’inizio dell’anno, dimostrano che il dialogo avviato è stato un approccio completamente inefficace per assicurare un cambiamento significativo in Bangladesh.
ITUC, IndustriALL, UNI, ETUC e CCC sollecitano la Commissione Europea a smettere di prolungare le scadenze e ad agire nei confronti del governo del Bangladesh avviando un’indagine commerciale sulla sua ammissibilità all’accesso preferenziale al mercato dell’Unione europea, al fine di esercitare pressioni sul Bangladesh perchè intraprenda riforme del lavoro significative. Un’indagine commerciale potrà fornire ampie possibilità al governo del Bangladesh di fare la cosa giusta, ma fornirà anche lo stimolo necessario per il cambiamento.
Scarica il rapporto completo “The European Union and the Bangladesh garment industry: the failure of the Sustainability Compact”