15 giugno | ore 11.00
Agenzia DIRE | Corso Italia 38/A, Roma
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La povertà lavorativa è una vera e propria piaga nazionale. Oggi più di un lavoratore su 10 può essere considerato povero mentre le statistiche ufficiali ci ricordano continuamente che l’Italia è maglia nera in Europa per bassi salari, perdita di potere d’acquisto dei lavoratori, precarietà e insicurezza sul lavoro. Di fronte all’ennesima grave crisi generata da una guerra orrenda e insostenibile, subito dopo quella prodotta dalla pandemia che ha gettato nella spirale della povertà oltre un milione di persone, sempre più lavoratori rischiano di essere poveri, grazie all’effetto combinato del blocco dei salari, dell’esplosione della precarietà e del costo della vita, oltre all’assenza di politiche strutturali a sostegno dei redditi.
Da sempre la Campagna Abiti Puliti, rete internazionale di attivisti, ong e sindacati, si occupa di difesa dei diritti umani e del lavoro nelle filiere globali della moda. Uno dei suoi obiettivi prioritari è il riconoscimento di un salario di base che permetta ai lavoratori e alle lavoratrici di vivere dignitosamente e così di ripartire più equamente il valore prodotto.
Nel rapporto che presentiamo viene applicata al nostro Paese la proposta dell’Europe Floor Wage a sua volta mutuata dal lavoro dell’Asia Floor Wage Alliance, un metodo di calcolo del salario dignitoso di base transfrontaliero per l’Europa. Il benchmark è stato calcolato per il comparto moda ma è estendibile agli altri settori produttivi.
Il concetto di salario dignitoso di base che proponiamo trova il suo fondamento nei diritti umani. Un concetto non subalterno alle logiche di mercato bensì ancorato ai bisogni reali dei lavoratori e delle loro famiglie, quindi al costo della vita.
Il rapporto intende essere uno strumento al servizio dei lavoratori, delle parti sociali e del legislatore, perché attui politiche e misure efficaci ad effettiva protezione dei lavoratori più vulnerabili, nonché volte all’eliminazione della povertà lavorativa e alla riduzione delle crescenti diseguaglianze in una prospettiva di genere.