La Direttiva 2024/1760 sul Dovere
di diligenza delle imprese ai fini
della sostenibilità - Raccomandazioni
per un recepimento efficace
La Campagna Abiti Puliti (CAP) presenta un policy paper di raccomandazioni rivolto al legislatore italiano per il recepimento della Direttiva 2024/1760 sul Dovere di Diligenza delle Imprese ai fini della Sostenibilità.
Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 5 luglio 2024 e entrata in vigore il successivo 25 luglio, la normativa ha l’obiettivo di garantire il rispetto dei diritti umani e ambientali lungo l’intera catena di fornitura. Un passo storico nell’impegno verso un’economia globale più equa, sebbene mitigato da un processo negoziale che ha prodotto una norma decisamente meno ambiziosa.
La genesi della Direttiva
La Direttiva è stata approvata, simbolicamente, proprio il giorno dell’anniversario del crollo del Rana Plaza in Bangladesh nell’aprile 2013, dove persero la vita 1.138 operaie tessili. Questa tragedia, simbolo delle criticità di un sistema produttivo opaco e privo di responsabilità, ha contribuito alla spinta verso una riforma legislativa che oggi obbliga le imprese a garantire condizioni di lavoro dignitose e a prevenire danni all’ambiente, con un regime di responsabilità civile per i casi di inosservanza.
Il recepimento in Italia
L’Italia, così come gli altri Stati Membri dell’Unione europea, ha tempo fino al 26 luglio 2026 per recepire la Direttiva nel proprio ordinamento. La normativa affronta molte questioni che hanno permesso il persistere di abusi ambientali e dei diritti umani legati alle imprese per decenni, ma gli spazi di miglioramento rispetto al dettato normativo comunitario non sono pochi. È necessario, dunque, che essa sia recepita adeguatamente al fine di garantirne un’applicazione efficace. La Campagna Abiti Puliti sottolinea l’importanza di un processo partecipato e trasparente e propone una serie di interventi per rafforzare l’efficacia della normativa:
- Estendere la platea delle imprese coinvolte, includendo tutte quelle operanti nei settori ad alto rischio come il tessile.
- Ampliare la definizione di diritti umani da tutelare e garantire che la due diligence copra tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti.
- Rafforzare il coinvolgimento degli stakeholder, inclusi i sindacati, e prevedere misure di formazione e supporto per i fornitori.
- Prevedere norme più rigorose sulla responsabilità civile, invertendo l’onere della prova e garantendo la rappresentanza delle vittime da parte di ONG e sindacati.
Autorità di controllo
Il documento raccomanda inoltre l’istituzione di un’Autorità di controllo amministrativo, immaginando un modello che valorizzi le competenze di enti già esistenti, come un rinnovato Ispettorato Nazionale del Lavoro, con l’obiettivo di approdare a un’istituzione unica e rafforzata.
Nuovo modello di sviluppo
La Direttiva 2024/1760 sul Dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità rappresenta un passo decisivo per ripristinare il primato dei diritti sui profitti e per aprire la strada verso un modello di sviluppo inclusivo. Essa si colloca nel quadro dello European Green Deal e si ispira ai Principi Guida delle Nazioni Unite su Impresa e Diritti Umani e alle Linee guida OCSE per le imprese multinazionali.
La Campagna Abiti Puliti auspica a contribuire a un recepimento che sia all’altezza delle ambizioni della Direttiva, che promuova un dialogo costruttivo tra istituzioni, aziende e società civile. Solo attraverso un’attuazione attenta ed efficace si potrà garantire che questa normativa realizzi il suo pieno potenziale nel costruire un futuro più giusto per le persone e il pianeta.