LA STORIA
Metraco produce principalmente per clienti europei. Tra questi vi sono marchi molto conosciuti come Helly Hansen (Norvegia), Guru, Gas Jeans, Replay (Italia), Jack & Jones (Danimarca) and Pall Mall/Just Brands (Olanda). L’impresa è di proprietà turca per il 33% e Olandese per il 67%.
La campagna antisindacale ha prodotto il licenziamento di 18 lavoratori e le dimissioni forzate dal sindacato di altri 32 iscritti con la minaccia che avrebbero altrimenti perso il posto. Allo stesso tempo altri lavoratori sono stati assunti per rimpiazzare quelli sindacalizzati.
Nonostante diversi tentativi da parte del sindacato turco DISK-Tekstil e da parte di diversi marchi che hanno proceduto individualmente o attraverso la Fair Wear Foundation e Modint (l’associazione industriale olandese) a fare pressione sull’impresa per convincerla ad aprire una trattativa, la Metraco continua a fare pressione sul lavoratori perchè cessino la loro attività sindacale. Nel 2006 inoltre la Metraco ha deciso di chiudere la fabbrica e di riaprirne un’altra ad Avcilar, a 55 km di distanza; la nuova fabbrica è operativa da gennaio 2007. Solo pochi lavoratori (70) hanno continuato a lavorare nella nuova unità, soprattutto quelli con strette relazioni con la direzione. E’ chiaro che si è trattato di una precisa strategia per ostacolare la nascita del sindacato.
Pressioni sul sindacato: intimidazioni,licenziamenti e intervento dei militari
Quando i lavoratori hanno incominciato ad organizzarsi e ad iscriversi al DISK-Tekstil nel febbraio 2006, la Metraco ha subito messo in atto una strategia di repressione, cercando le persone coinvolte nel processo di sindacalizzazione per scoraggiarle.
In Turchia un lavoratore che intende iscriversi la sindacato deve firmare la richiesta di iscrizione in 5 copie e pagare un notaio per la notifica pubblica; lo stesso deve fare per lasciare un sindacato ed iscriversi ad un altro. La Metraco ha costretto i 32 lavoratori a dare le dimissioni dal sindacato, accompagnandoli dal notaio e costringedoli a pagare il servizio.
Il DISK-Tekstil ha quindi registrato i suoi membri presso il Ministero del Lavoro e della Protezione Sociale non appena è risultato chiaro il livello di intimidazione. In ogni caso il 12 aprile del 2006, 12 dei 14 membri del DISK-Tekstil inseriti nella lista comunicata al ministero sono stati licenziati. Nelle settimane successive la stessa sorte è toccata ad altri 6 membri. Il 19 aprile a due di questi lavoratori era stato promesso che sarebbero stati riassunti se avessero rinunciato a denunciare il caso al tribunale del lavoro e se avessero lasciato il sindacato.
Una donna è stata licenziata per aver rifiutato il trasferimento in un reparto dove vengono usati prodotti chimici e da cui era stata allontanata per ordine del medico. Avrebbe potuto evitarlo se avesse lasciato la tessera sindacale.
Il 30 Novebre 2006 un altro lavoratore è stato licenziato dopo aver parlato con gli ispettori che stavano investigando sulle condizioni di lavoro nello stabilimento.
La direzione della Metraco ha anche fatto uso improprio dell’esercito quando ha chiamato i militari per obbligare i lavoratori a lasciare il sindacato. Ha utilizzato sipatizzanti del partito fascista locale per sostituire i lavoratori sindacalizzati espulsi. Tale comportamento è assolutamente inaccettabile e testimonia che la Metraco non ha alcuna intenzione di creare condizioni di lavoro dignitose per i lavoratori e le lavoratrici della fabbrica.
Cause legali e denunce contro la Metraco.
I lavoratori turchi hanno il diritto di associarsi al sindacato. Questo è garantito dall’articolo 51 della costituzione turca. Il Turkish Criminal Code (articolo 118) stipula anche che minacciare i lavoratori perchè non si associno ad un sindacato è punibile con due anni di prigione. La Turchia ha ratificato le convenzioni ILO (87, 98) sul diritto di libera associazione sindacale e sul diritto di contrattazione collettiva.
Nell’aprile del 2006 il DISK-Tekstil ha denunciato il caso all’ILO di Ankara
e a diverse autorità governative, incluso il dipartimento diritti umani e il Ministero del Lavoro e della Sicurezza Sociale. Una denuncia è stata anche sporta alla polizia militare di Instanbul.
17 lavoratori hanno iniziato azioni legali verso la Metraco per i loro licenziamenti. Presso il tribunale di Beyoglu sono tuttora in corso i processi per 11 lavoratori e la prossima udienza è stata fissata per il 1 novembre 2007. Ma il fatto che sia in corso una causa legale non può essere considerato una valida scusa per la direzione per non procedere alla riassunzione che può avvenire in qualunque momento.
Al momento nessuna delle denunce ha portato ad un aiuto concreto ai lavoratori della Metraco. Il DISK-Tekstil ha dichiarato che l’ufficio ILO in Turchia ha richiesto informazioni al Ministro del Lavoro e della Sicurezza Sociale e che quest’ultimo ha concluso la propria ispezione indicando che nessuna azione verrà intrapresa finchè il processo è in corso.
Come hanno risposto i clienti della Metraco.
La Clean Clothes Campaign in Olanda, Italia, Norvegia e Svezia ha contattato i marchi committenti localizzati nei diversi paesi e clienti Metraco.
Alcuni marchi (Gaastra, Pall Mall, Bestseller, Gas Jeans, Helly Hansen) hanno incontrato oppure scritto lettere alla Metraco circa le violazioni in corso. Altri (Bestseller, Gaastra and O’Neill) hanno deciso di cancellare o sospendere i propri ordini.
Molti di questi (O’Neill, Gaastra, Helly Hansen, Scotch & Soda, and Pall Mall/Just Brands) hanno tentato di coordinare gli sforzi insieme alla Fair Wear Foundation e a Modint (associazione industriali del settore tessile olandese e rappresentata all’interno della FWF). Una ispezione da parte di questi marchi è avvenuta nel Novembre 2006 (commissionata da Modint da parte delle cinque imprese e come azione prevista dalla procedura della FWF). L’audit ha confermato le violazioni denunciate dai sindacati. Altri audit sono stati commissionati da altre imprese (ex. Bestseller, Guru). Come già citato, un lavoratore che aveva parlato con gli ispettori in Novembre è stato licenziato. E’ chiaro che i problemi rilevati dal DISK-Tekstil sono seri e credibili e che richiedono una risposta adeguata da parte dei committenti e dalla direzione aziendale.
La FWF ha informato i suoi stakeholder comunicando che la Metraco non solo ha violato gli standard internazionali dell’ILO ma ha anche dimostrato di non avere alcuna volontà di impegnarsi in azioni correttive in conformità a quanto stabilito dagli stessi codici di condotta, che sono parte integrante degli accordi commerciali con le imprese committenti e con la FWF.
La Clean Clothes Campaign accoglie positivamente le azioni intraprese dai marchi, in particolare il tentativo di lavorare insieme per la risoluzione del caso, ma la situazione dei lavoratori non è migliorata.
La Clean Clothes Campaign ritiene pertanto che le imprese che si riforniscono o si sono rifornite alla Metraco abbiano la responsabilità di continuare a fare pressione per una positiva risoluzione di questo caso.
Il sindacato turco chiede di congelare gli ordini alla Metraco
Data la sitiuazione fortemente negativa, il DISK-Tekstil chiede ai marchi europei di non fare più ordini alla Metraco, finchè la disputa non è risolta. La Clean Clothes Campaign contatterà i diversi clienti circa questa specifica richiesta e ne seguirà gli sviluppi. In caso di necessità, la Clean Clothes Campaign chiederà ai consumatori di contattare questi marchi per incoraggiarli a sostenere le richieste in campo.
QUESTIONI APERTE ALLA METRACO
Di seguito le richieste del sindacato alla Metraco sostenute dalla Clean Clothes Campaign:
1. Immediata riassunzione di tutti i lavoratori licenziati dall’inizio del processo di sindacalizzazione, nelle loro precedenti posizioni, livelli di anzianità e benefit, con appropriato compenso per il periodo di sospensione dal lavoro.
2. Riconoscimento immediato del sindacato; la direzione deve incontrarsi con il sindacato per discutere delle condizioni di lavoro e per facilitare la nascita di buone relazioni industriali.
3. Cessazione delle intimidazioni dei membri del sindacato e dei loro sostenitori.
4. Inchiesta sui comportamenti messi in atto dal responsabile delle risorse umane e assunzione di successive misure sanzionatorie.
5. Formazione dei manager sull’applicazione dei diritti fondamentali del lavoro, con particolare riferemento alla libertà di associazione sindacale.