Se dovessero esserci denunce da parte dei lavoratori, delle organizzazioni locali, della CCC e dell’ICN riguardo alle condizioni di lavoro negli stabilimenti, esse potranno essere sottoposte all’Ombudsman che tenterà di trovare una soluzione. I lavoratori saranno liberi di organizzarsi in un sindacato liberamente scelto.
Sulla base di questo accordo, la Clean Clothes Campaign e l’ICN sono fiduciosi che qualunque violazione dei diritti sarà comunicata tempestivamente e risolta nel modo giusto. Le parti pertanto richiedono al tribunale di non dare seguito alla richiesta di giudizio per le differenze di opinioni emerse e per le accuse avanzate dalle organizzazioni locali e contestate dalla FFI/JKPL, così come per gli eventi occorsi negli anni 2005-2006. Pertanto la FFI ritira tutti i procedimenti legali e la CCC e l’ICN pongono fine alla campagna di pressione verso la FFI/JKPL e l’impresa olandese G-Star. La CCC e l’ICN accolgono molto positivamente la notizia che la G-Star, il cliente più importante della FFI/JKPL, intende riavviare le sue relazioni commerciali con la FFI/JKPL:
Di seguito il comunicato stampa del ministro ed ex-primo ministro olandese, Ruud Lubbers, che ha condotto il processo di mediazione dallo scorso Dicembre 2007.
I report consultabili nei nostri archivi sono basati sulle interviste con i lavoratori della FFI/JKPL, condotte da organizzazioni locali indipendenti di Bangalore.
Nel corso del 2006 era emerso che molte delle violazioni rilevate presso le unità produttive della FFI/JKPL erano state risolte. I report qui presenti pertanto non offrono un quadro della situazione attuale presso la FFI/JKPL ma, unitamente alle altre informazioni che troverete in questa sezione del sito, costituiscono la memoria storica di questo caso.
Approssimativamente nello stesso momento in cui veniva reso pubblico il report contente notizie positive circa il miglioramento delle violazioni riscontrate alla FFI/JKPL, l’impresa indiana ha avviato un procedimento legale per diffamazione nei confronti delle organizzazioni locali.
La CCC and ICN hanno difeso la propria posizione, chiarendo con nettezza che una vera politica di responsabilità sociale richiede, quali premesse, un dialogo libero e aperto con gli stakeholder locali e con organizzazioni esterne e indipendenti. Hanno inoltre messo in evidenza come il procedimento legale pregiudicasse l’esercizio della libertà di parola e dell’associazione sindacale, ottenendo l’appoggio di molte ong e sindacati.
Con il ritiro della denuncia per diffamazione e degli altri procedimenti penali e con l’incarico di un ombudsman, la situazione si è normalizzata e le parti possono procedere ad affrontare le questioni all’ordine del giorno.
La CCC pubblicherà regolarmente i report relativi alle attività dell’ombudsmen nell’archivio del caso.