Il 27 novembre il tribunale del lavoro di Bangkok ha dato ragione alla Body Fashion Thailand (BFT), filiale della multinazionale svizzera dell’intimo Triumph International, che aveva licenziato la presidentessa del sindacato aziendale,  Jitra Kotshadej, per essere apparsa il 29 luglio scorso in un programma televisivo sostenendo il diritto dei cittadini thailandesi ad opporsi all’abuso del reato di “lesa maestà”, per esempio il rifiuto di alzarsi in piedi quando viene suonato l’inno reale, utilizzato per reprimere il dissenso politico.

Dopo 45 giorni di sciopero i lavoratori della BFT hanno dovuto riprendere il lavoro accettando la sentenza che avrebbe emesso il tribunale, ma malgrado gli accordi, non sono riusciti a evitare le ritorsioni: ai più attivi è stata ridotta la quantità di lavoro, subiscono molestie e non hanno più diritto ai permessi. Wanphen Wongsombat, la leader sindacale che all’inizio di ottobre aveva incontrato i vertici della Triumph International in Svizzera, senza per altro riuscire a scuoterli dall’immobilismo rispetto alla gravità della violazione di un diritto fondamentale come quello della libertà di espressione, ha ricevuto minacce telefoniche da sconosciuti. Resta in forse l’accordo strappato alla direzione della BFT per mettere in piedi una commissione con il compito di verificare i comportamenti antisindacali e i tentativi di corruzione denunciati dal sindacato nei giorni dello sciopero dei lavoratori. Il sindacato chiede che della commissione facciano parte rappresentanti della casa madre e del consiglio di fabbrica della sede tedesca.

Scrivi a Triumph International per chiederle di tener fede al proprio codice di condotta, di attivarsi contro gli abusi e le discriminazioni, di aderire alla commissione allargando il suo mandato all’esame dei comportamenti antisindacali dopo la fine dello sciopero dell’estate scorsa.

Scrivi nell’oggetto: Implement Triumph code of conduct in BTF outstanding labour issues

http://www.cleanclothes.org/urgent/08-11-06.htm