Grazie ad una campagna durata quattro anni e dopo mesi di negoziato, è stato raggiunto finalmente un accordo per il pagamento di altri 5 milioni di dollari di risarcimenti ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime del più grande disastro industriale del Pakistan.
L’11 settembre del 2012 più di 255 lavoratori hanno perso la vita e oltre 50 sono rimasti feriti nell’incendio divampato nella fabbrica tessile Ali Enterprises in Karachi. Persone arse vive dietro finestre sprangate e porte bloccate. Altre rimaste inferme dopo aver provato a salvarsi lanciandosi dai piani più alti.
Il distributore tedesco KiK, unico acquirente conosciuto della Ali Enterprises, ha ora accettato di versare una quota aggiuntiva di 5,15 milioni di dollari nel fondo per la perdita di reddito, cure mediche e costi di riabilitazione per i feriti e i familiari delle vittime.
Precedentemente KiK aveva pagato 1 milione di dollari dopo la firma di un Memorandum of Understanding (MoU) con l’organizzazione pakistana dei lavoratori PILER nel dicembre 2012. In quell’accordo KiK si era impegnata anche a finanziare il risarcimento di lungo termine per tutte le vittime.
Nel frattempo è stata lanciata una campagna congiunta dal National Trade Union Federation (NTUF), il PILER, IndustriALL Global Union (a cui NTUF è affiliata), la Clean Clothes Campaign (CCC) e altre alleanze tra cui UNI Global Union, per garantire che un giusto risarcimento fosse assicurato.
Il nuovo accordo per il finanziamento (Arrangement) viene negoziato tra IndustriALL, CCC, e KiK con la facilitazione dell’International Labour Organization (ILO) e su richiesta del Ministro dello sviluppo e della cooperazione economica tedesco.
L’Arrangement ha lo scopo di integrare i pagamenti previsti per le vittime dal sistema di previdenza sociale pakistano al fine di raggiungere i livelli previsti dalla Convenzione ILO 121 (Employment Injury Benefits). Pagamenti aggiuntivi periodici dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2017.
Nasir Mansoor, segretario generale del NTUF ha dichiarato: “Questo accordo storico non ha precedenti nel contesto del movimento dei lavoratori pakistani. Dopo 4 anni di battaglie, le vittime di questa tragedia ottengono giustizia. Ringraziamo IndustriALL e la Clean Clothes Campaign per questo successo. Anche l’ILO ha ricoperto un ruolo fondamentale per rendere tutto ciò possibile. Ci ricorda che la sicurezza sul posto di lavoro è un diritto, non un privilegio.”
Saeeda Khatoon, vedova e vice presidente della Ali Enterprise Factory Fire Affectees Association, ha perso il suo unico figlio in quell’incendio. Ha dichiarato: “è un giorno di tregua per i familiari delle vittime: le loro grida sono state ascoltate. Sappiamo che i nostri cari non torneranno, ma possiamo sperare che questo tipo di tragedie non si ripeteranno in futuro. Il governo, i marchi e i proprietari delle fabbriche devono garantire sul serio gli standard di sicurezza ai lavoratori nelle fabbriche”
Karamat Ali, direttore esecutivo di PILER, ha dichiarato: ”Questi risarcimenti non riporteranno in vita i loro cari, ma speriamo che almeno possano alleviare le sofferenze finanziarie di queste famiglie. Chiediamo che il governo pakistano proclami l’11 settembre il giorno della sicurezza dei lavoratori per aumentare la consapevolezza e migliorare la situazione”
Jyrki Raina, segretario generale di IndustiALL, ha dichiarato: ”Alla fine abbiamo raggiunto un accordo per garantire un po’ di giustizia ai sopravvissuti e a i familiari delle vittime. Ci complimentiamo con KiK per essersi preso le sue responsabilità assicurando alle vittime i risarcimenti previsti dagli standard internazionali. Ora è tempo di iniziare a costruire un’industria tessile sicura in Pakistan come si sta facendo con l’Accord in Bangladesh”.
Solo poche settimane prima dell’incendio fatale, la Ali Enterpises aveva ricevuto la certificazione SA 8000 dalla società di revisione SAI (Social Accountability International) che aveva affidato l’incarico all’ente di certificazione italiano RINA: questo voleva dire che la fabbrica aveva presumibilmente soddisfatto gli standard internazionali in nove aree, compresa la salute e la sicurezza. “La tragedia accaduta testimonia il fallimento di questi modelli di certificazione e solleva forti dubbi e preoccupazioni sulle tipologie di ispezione per la sicurezza realizzate in Pakistan così come sull’implementazione delle leggi sul lavoro e dei codici di sicurezza degli edifici.” dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti, membro italiano della CCC. “Solo processi che mettono al centro i lavoratori e sindacati liberamente scelti possono garantire adeguati livelli di monitoraggio e prevenzione nelle fabbriche”
Ineke Zeldenrust della CCC ha dichiarato: “Siamo molto contenti che KiK abbia riconosciuto il suo dovere di porre rimedio. Questo Arrangement è un eccellente esempio di come i marchi possano e debbano assumersi le loro responsabilità per i morti e i feriti lungo la loro catena di fornitura, soprattutto in questi Paesi dove i rischi sono ben noti. I lavoratori tessili pakistani continuano ad essere a rischio. Tutti i marchi devono impegnarsi nel garantire che una giusta ed efficace due diligence e misure rimediali siano messe in campo per prevenire incidenti simili in futuro.”
Questo Arrangement è il terzo accordo sulle compensazioni in ordine temporale negoziato dal movimento dei lavoratori dopo quello raggiunto per il disastro della Tazreen del 2012 e quello del Rana Plaza nel 2013.
Un piccolo riassunto dei contenuti dell’arrangement:
- Dei 5,15 milioni di dollari che KiK pagherà, 250 mila dollari per coprire incrementi nei costi e 4,9 milioni per le famiglie delle vittime e per i sopravvissuti.
- L’implementazione, l’amministrazione e la governance dell’Arrangement saranno sviluppati con un processo facilitato dall’ILO. Includerà consultazioni con gli attori principali e sarà supervisionato dalla Sindh High Court
- In totale l’Arrangement fornirà 6,6 milioni di dollari per i risarcimenti, di cui 5,9 finanziati da KiK e 700 mila dal sistema previdenziale pakistano (Sindh Employees Social Security Institution SESSI)
- Gli aventi diritto riceveranno una pensione mensile. La cifra per ciascuno dipenderà dalla situazione finanziaria personale e dal numero di persone da a loro carico per il mantenimento.
- Le pensioni non saranno al livello del salario dignitoso visto che gli standard internazionali per gli infortuni sul lavoro si basano sui salari percepiti al momento. Per la Ali Enterprises comunque il riferimento usato per il calcolo è generoso e le pensioni sono indicizzate per soddisfare il tasso di inflazione.
- L’Arrangement non copre i danni per il dolore e la sofferenza subite.
- A questo link un comunicato dell’ILO