Aminul Islam, un’attivista Bengalese per i diritti dei lavoratori ed ex operaio tessile è stato torturato ed ucciso la scorsa settimana a Dhaka. Il suo corpo è stato ritrovato dalla polizia locale appena fuori dalla capitale. Secondo il rapporto della polizia, il corpo di Aminul Islam portava i segni di torture brutali. E ‘molto probabile che Aminul sia stato assassinato a causa del suo impegno per i diritti del lavoratori.
Aminul Islam lavorava per il Bangladesh Center for Worker Solidarity (BCWS) e il Bangladesh Garment and Industrial Workers Federation (BGIWF). L’ultima volta è stato visto il 4 Aprile 2012, quando si è allontanato per incontrare un lavoratore che lo aveva chiamato chiedendogli assistenza. Poco prima quella stessa sera, avendo visto una camionetta della polizia parcheggiata fuori, Aminul e un suo collega avevano chiuso la locale sede del BCWS temendo di essere molestati o arrestati. La famiglia di Aminul e i suoi amici lo hanno cercato per tre giorni, finché la moglie non ha riconosciuto una sua foto su un giornale locale.
La repressione contro i sindacalisti e gli attivisti per i diritti dei lavoratori è in Bangladesh un problema serio; le proteste dei lavoratori sono state trattate con la violenza moltissime volte negli ultimi anni. In particolare, le proteste salariali del 2010 sono finite con centinaia di arresti di lavoratori e sindacalisti, compreso Aminul Islam. Nel giugno 2010 Aminul è stato arrestato dai funzionari del National Intelligence Service (NSI). Secondo i suoi racconti, è stato sottoposto a percosse gravi e ripetute, che, secondo i carcerieri, avrebbero dovuto terminare solo se avesse accettato di testimoniare il falso contro i suoi colleghi del BCWS. Decine di dirigenti sindacali sono ancora accusati di istigazione al disordine e attività connesse; accuse considerate prive di fondamento da organizzazioni internazionali del lavoro e organizzazioni dei diritti umani.
La Clean Clothes Camapign chiede alle autorità del Bangladesh di avviare un’indagine immediata e imparziale sull’omicidio e di lavorare instancabilmente per consegnare i colpevoli alla giustizia. Chiede inoltre a tutti i partner internazionali, comprese le rappresentanze della UE e le altre organizzazioni di esercitare le stesse pressioni sulle Autorità bengalesi per porre fine ad una cultura dell’impunità che ci ha portato fino a questo tragico assassinio.
Le nostre più sentite condoglianze vanno in questo momento alla famiglia di Aminul e agli amici.