Il 28 settembre 2014, la giuria del Nuremberg International Human Rights Award, presieduta dal Sindaco di Norimberga, riunita presso il municipio della città, ha deciso di conferire a Amirul Haque Amin, presidente del NGWF in Bangladesh, questo importante riconoscimento.
Nelle motivazioni della scelta si legge che Amirul Haque Amin si batte per i diritti dei lavoratori con coraggio ammirevole. È presidente e co-fondatore del National Garment Workers Federation (NGWF), il più grande sindacato nazionale in Bangladesh, istituito nel 1984. Con grande tenacia e coraggio, questo sindacato si batte per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, e quindi per la dignità, dei lavoratori dell’industria tessile manifatturiera bengalese.
Numerose sono le violazioni dei diritti del lavoro che si verificano nel settore tessile e dell’abbigliamento, non solo in Bangladesh, ma in molti altri paesi. Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi, è necessario fare molto di più. Ricordando il crollo devastante del palazzo Rana Plaza a Dhaka, che ha causato 1.135 decessi e oltre 2.000 feriti, la giuria ha voluto fare appello alle aziende della moda i cui prodotti sono stati realizzati in questa fabbrica e che non hanno ancora pagato alcun indennizzo perché si assumano le loro responsabilità. Inoltre, la decisione della giuria dovrebbe essere vista come un appello a tutta l’industria dell’abbigliamento per garantire che le buone pratiche di lavoro siano rispettate in tutte le fasi della catena di produzione. Conferendo questo premio a Amirul Haque Amin, la giuria internazionale per la prima volta onora un attivista che si batte per i diritti umani sociali ed economici. In questo modo, la giuria ha voluto richiamare l’attenzione su tre temi:
- la tutela dei diritti dei lavoratori a livello locale. In Bangladesh, il lavoro sindacale è estremamente pericoloso. Gli attivisti non solo rischiano di essere licenziati, quando prendono posizione contro le condizioni di lavoro orribili; ma sono spesso vessati, minacciati o arrestati. La giuria si augura che il premio garantirà a Mr. Amin ei suoi compagni attivisti la protezione necessaria per continuare la loro lotta;
- la sensibilizzazione a un consumo responsabile. Il pubblico ha il diritto di sapere dove e come i loro capi sono prodotti.
- l’etica economica: il commercio globalizzato e libero senza rispetto degli standard sociali è contrario a tutte le esigenze di tutela dei diritti umani fondamentali.