Il rapper e produttore americano, Sean Combs, meglio noto come Puff Daddy o P Diddy, è stato chiamato in causa dagli attivisti dopo la scoperta del legame tra il suo brand ENYCE e il tragico incendio che ha ucciso 120 operai tessili bengalesi lo scorso sabato. Etichette della sua ENYCE sono state trovate tra i resti bruciati della fabbrica tessile Tazreen Fashions.
“Siamo sicuri che Mr Combs è scioccato quanto noi per aver scoperto che la sua azienda è implicata in una simile tragedia” ha detto Liz Parker della Clean Clothes Campaign. “Lo invitiamo pertanto ad usare la sua influenza per assicurare che le fabbriche di indumenti siano luoghi sicuri per chi vi lavora”.
Altre etichette e documenti trovati nella fabbrica riguardano Walmart, C&A, Edinburgh Woollen Mill, Piazza Italia, Kik, Teddy Smith, Ace, Dickies, Fashion Basics, Infinity Woman, Karl Rieker GMBH & Co., e True Desire (Sears). Finora solo C&A e Li & Fung, un intermediario con sede ad Hong Kong, hanno confermato di essere acquirenti della fabbrica al momento dell’incendio.
La CCC e i suoi partner stanno lavorando per avere risposte ufficiali da ciascuno degli altri brand in merito al loro rapporto con la Tazreen Fashions e i loro proprietari TUBA Group. Inoltre stanno chiedendo a tutti gli acquirenti di effettuare immediatamente un’inchiesta per accertare l’esatta dinamica dei fatti e di garantire che adeguate compensazioni vengano pagate alle vittime e ai loro familiari. È particolarmente urgente che i feriti ricevano velocemente le cure mediche di cui necessitano.
Per prevenire future tragedie, la CCC, insieme ai sindacati e alle organizzazioni per i diritti dei lavoratori, ha messo a punto un piano d’azione specifico che include un programma di ispezioni indipendenti e trasparenti, una rivalutazione obbligatoria degli edifici in cui si riforniscono i marchi internazionali, una ricognizione di tutte le leggi e le norme di sicurezza esistenti, un impegno a pagare prezzi adeguati a coprire i costi e il coinvolgimento diretto dei sindacati in corsi di formazione per i lavoratori su salute e sicurezza. La CCC invita nuovamente i marchi internazionali a sottoscrivere immediatamente questo piano d’azione.
L’evento della Tazreen Fashions porta a circa 700 il totale dei lavoratori morti in incendi di fabbrica in Bangladesh dal 2006. Un secondo incendio divampato ieri in Dhaka, ferendo molti lavoratori, testimonia ancora una volta la necessità di misure immediate per prevenire future tragedie.
Proteste per l’incendio si stanno diffondendo in tutta Dhaka e non solo, spinte dalla rabbia e dalla disperazione per la perdita di così tante vite umane. Ineke Zeldenrust della CCC ha dichiarato: ”I marchi internazionali, i datori di lavoro e le autorità sono tutti corresponsabili per questa inutile sofferenza. Tutto ciò deve finire ora – non ci possono essere più scuse o ritardi che costringano i lavoratori a vivere nella miseria o a morire per produrre i nostri vestiti”.