Oggi nella sede del Gruppo Benetton, Marco Airoldi sarà nominato nuovo CEO dell’azienda – ruolo che lo vedrà a capo di una delle più grandi imprese italiane e aziende tessili del mondo in un momento di grandi cambiamenti.
Ma prima che il gruppo si dedichi al futuro, è il caso che rimedi agli errori del passato. Dopo un anno di messaggi contrastanti provenienti da Benetton per quanto riguarda il loro impegno a garantire un risarcimento per tutti i sopravvissuti e le famiglie delle vittime del Rana Plaza, Airoldi deve fare chiarezza.
Mentre Marco Airoldi inizia il suo mandato, la Clean Clothes Campaign ricostruisce per lui i fatti che riguardano Benetton e il Rana Plaza e gli chiede, come primo atto, di effettuare un versamento nel Donor Trust Fund.
I fatti
Cosa dice l’azienda: nel Settembre 2013, ha dichiarato“continua il nostro impegno nella ricerca di un approccio coordinato e di settore a questo problema industriale [per il risarcimento] – così come è successo per il Fire and Safety Building Accord.”
I fatti
- Dal Dicembre 2013 un approccio multi-stakeholder è stato messo in campo: l’Arrangement. Ha visto la partecipazione totale del Governo bangladese, delle organizzazioni dei lavoratori, dei sindacati locali e internazionali, delle ONG, dei principali brand del settore tessile e dell’ILO come attore neutrale.
- Nonostante questo, Benetton si rifiuta di contribuire
Cosa dice l’azienda: nel Marzo 2014, in un comunicato stampa Benetton ha dichiarato di essersi ritirata dall’Arrangement perché “stava arrivando a prevedere una contribuzione su base volontaria e non proporzionata all’effettiva presenza in Bangladesh [di ciascuna azienda]”
I fatti:
- La decisione di rendere lo schema a contribuzione volontaria è stata presa in seguito all’incapacità dei marchi – compreso Benetton – nel raggiungere un accordo tra loro sui criteri che avrebbero dovuto regolare le donazioni.
- La Clean Clothes Campaign crede che tutti i marchi in Bangladesh dovrebbero contribuire in relazione alla loro capacità economica, ai rapporti con il Paese e a quelli con il Rana Plaza: per questo crediamo che Benetton debba versare 5 milioni di dollari
Cosa dice l’azienda: Benetton ha dichiarato “Abbiamo quindi deciso di concentrare ulteriormente i nostri fondi e sforzi per il sostegno alle vittime e alle loro famiglie ”. Questo è stato fatto finanziando BRAC.
I fatti:
- Come ha ricordato Gilbert Houngbo, Deputy Director General dell’ILO: ”Il risarcimento è un diritto. La beneficienza è fondamentale per sostenere la riabilitazione e gli altri servizi ma è volontaria per sua natura e non sostituisce l’affermazione di un diritto”.
- BRAC fornisce molto aiuto necessario in Bangladesh, ma questo dovrebbe essere in aggiunta al diritto al risarcimento, come stabilito dal diritto internazionale. Benetton deve pertanto contribuire anche al Donor Trust Fund per garantire ai sopravvissuti e alle vittime di ricevere il sostegno di cui hanno bisogno.
“Marco Airoldi prende le redini di Benetton in un momento cruciale, 379 giorni dopo il crollo del Rana Plaza. Le famiglie delle vittime e i superstiti stanno ancora aspettando di ricevere il sostegno finanziario che gli spetta e di cui hanno un disperato bisogno” ha dichiarato Deborah Lucchetti, portavoce della Campagna Abiti Puliti. “Airoldi ha l’opportunità di iniziare il suo incarico con un passo avanti e dimostrare che Benetton non mette il profitto davanti alle vite di chi produce i suoi vestiti. È tempo di pagare”.
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Il Rana Plaza è crollato il 24 aprile 2014 uccidendo 1.138 persone e ferendone oltre 2000. La maggior parte dei morti e dei feriti lavorava in una delle cinque fabbriche tessili presenti nello stabile. I lavoratori delle banche e dei negozi al piano terra, infatti, si erano rifiutati di entrare nell’edificio insicuro.
L’Arrangement
In accordo con gli standard dell’ILO, l’Arrangement riunisce i marchi (Primark, Loblaw, Bonmarche e El Corte Ingles), il Ministro del Lavoro bangladese, la Bangladesh Employers’ Federation (BEF), il Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association (BGMEA), IndustriALL Bangladesh National Council, il Bangladesh Institute for Labour Studies (BILS), IndustriALL Global Union e la Clean Clothes Campaign, in un Comitato di Coordinamento multi- stakeholder.
Al 30 Aprile 2014, la cifra raccolta nel Rana Plaza Donors Trust Fund ammonta a 9.905.492,45 dollari. Gli impegni assunti ammontano a circa 200mila dollari e un certo numero di altre dichiarazioni di impegno sono sotto esame.
La cifra totale raccolta per risarcire circa 600 beneficiari della New Wave Bottoms Factory, la fabbrica da cui si riforniva anche Benetton, ammonta a 7 milioni di dollari. Questa cifra si aggiunge ai 9,9 milioni di dollari di cui sopra, portando la cifra totale raccolta a circa 17 milioni di dollari.
La cifra necessaria per risarcire tutte le vittime ammonta a circa 40 milioni di dollari
Maggiori informazioni sull’Arrangement sono disponibili qui: www.ranaplaza-arrangement.org
I marchi del Rana Plaza
30 brand sono stati direttamente collegati alle fabbriche del Rana Plaza, sia con ordini recenti che con ordini di prova, o con ordini passati. Crediamo che tutti debbano contribuire pubblicamente al Rana Plaza Donor’s Trust Fund:
Adler Modemärkte (Germany), Auchan (France), Ascena Retail (USA), C&A (Belgium), Benetton (Italy), Bon Marche (UK) , Camaieu (France), Carrefour (France), Cato Fashions (USA), The Children’s Place (USA), LPP (Cropp, Poland), El Corte Ingles (Spain), Gueldenpfennig (Germany), Iconix (Lee Cooper), Inditex (Spain), JC Penney (USA), Loblaws (Canada), Kids for Fashion (Germany),Kik (Germany),Mango (Spain), Manifattura Corona (Italy), Mascot (Denmark), Matalan (UK), NKD (Germany), Premier Clothing (UK), Primark (UK/Ireland), Grabalok (UK), PWT (Denmark), Walmart (USA) and YesZee (Italy).