Oggi, esattamente otto mesi dopo l’incendio nella fabbrica Tazreen e tre mesi dopo il crollo del Rana Plaza, entrambi avvenuti in Bangladesh, la Clean Clothes Campaign invita tutti i marchi coinvolti a partecipare agli incontri fissati per definire lo schema del risarcimento dovuto ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime. Questi appuntamenti, organizzati da IndustriALL Global Union, IndustriALL Bangladesh Council e i partner internazionali, avranno luogo l’11 e il 12 agosto prossimi a Dhaka, in Bangladesh.
Gli incontri hanno lo scopo di riunire le aziende che hanno effettuato ordini presso i due stabilimenti in cui la mancanza di norme di sicurezza e di tutela della salute ha causato 1.243 morti e migliaia di feriti. Tra i marchi invitati ci sono Benetton, Mango, Walmart, Primark, The Walt Disney Company e l’agenzia internazionale Li & Fung. Ciascuna aveva effettuato ordini a una delle fabbriche coinvolte dalle tragedie. Oltre a queste, sono state invitate anche le italiane Manifattura Corona, Piazza Italia e Yes Zee.
Gli incontri hanno l’obiettivo di avviare un processo collaborativo per determinare il risarcimento e la distribuzione dei pagamenti a coloro la cui vita familiare, il benessere economico e la salute sono stati gravemente danneggiati a seguito di entrambe queste tragedie. Il percorso è già stato tracciato da precedenti esperienze legate ad altre tragedie che hanno sconvolto il Bangladesh.
Il confronto era già iniziato in relazione alle vittime e ai sopravvissuti dell’incendio alla Tazreen. Alcuni marchi si erano impegnati a partecipare al risarcimento, ma la tragedia del Rana Plaza ha di fatto bloccato questo processo. Chiediamo che i negoziati a questo punto ripartano.
L’incontro al Rana Plaza sarà il primo in tema di risarcimento su questo caso. Solo Primark ad oggi ha pubblicamente dichiarato che parteciperà al fondo secondo lo schema previsto. Gli altri marchi, invece, hanno preferito per ora annunciare solo operazioni caritatevoli piuttosto che impegnarsi seriamente sul fondo negoziato.
Indagini sul campo indicano che molti lavoratori insieme alle loro famiglie vivono situazioni disperate, non essendo in grado di pagare le spese mediche, alimentari e quotidiane.
Una sopravvissuta ha perso suo marito nel crollo dello scorso aprile, ma il suo corpo è ancora disperso. Il marito lavorava al quinto piano alla fabbrica Phantom Tec come addetto alla cucitura guadagnando 4.800 taka (47 euro) al mese. Lei è l’unica speranza per il suo bambino di 7 mesi e per l’anziano padre in pessime condizioni di salute. La BGMEA, l’associazione degli esportatori bengalesi, le ha offerto una macchina da cucire e 1000 Taka (10 euro), ma non ha più ricevuto lo stipendio del marito o qualsiasi altro risarcimento.
La cifra stimata per il risarcimento alle vittime del Rana Plaza si aggira intorno ai 54 milioni di euro. Per la Tazreen intorno ai 4,3 milioni di euro. Questi numeri comprendono il risarcimento per il dolore e la sofferenza causati, la perdita di reddito per le famiglie dei lavoratori deceduti o feriti. Non comprendono le spese mediche per i lavoratori feriti, il supporto psicologico per loro e per tutti i familiari delle vittime e il pagamento degli stipendi e dei trattamenti di fine rapporto per coloro che hanno perso il proprio lavoro.