In qualità di rete globale formata da oltre 220 organizzazioni in 45 Paesi che operano per migliorare strutturalmente le condizioni di lavoro e rafforzare il potere dei lavoratori nelle catene globali di fornitura tessili e di abbigliamento sportivo, rispondiamo all’appello della Palestinian General Federation of Trade Unions (PGFTU) nel Giorno della Nakba ad “alzare la voce e agire per interrompere i flussi commerciali e gli scambi che sostengono la colonizzazione militare di Israele dei Territori Palestinesi Occupati e lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici palestinesi”
Come rete che sostiene la lotta dei lavoratori e combatte l’impunità delle imprese nel settore tessile, per rispondere a questo appello di solidarietà assumiamo una posizione netta contro i marchi che traggono profitto dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi e intraprenderemo azioni contro la produzione, il trasporto e la manipolazione degli indumenti utilizzati dallo Stato israeliano per la guerra, l’occupazione e l’apartheid.
In qualità di difensori dei diritti umani, ci uniamo al movimento sindacale internazionale e ad altri nel sollecitare Israele a rispettare l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia di adottare misure immediate per prevenire gli atti di genocidio, punire l’incitamento al genocidio e facilitare la fornitura di servizi di base e di assistenza umanitaria ai palestinesi di Gaza. Siamo inoltre profondamente preoccupati per l’escalation di violenza dei coloni nei Territori Palestinesi Occupati. Sosteniamo le richieste di un cessate il fuoco immediato e permanente, la protezione di tutti i civili e il rilascio dei prigionieri, tra cui migliaia di palestinesi detenuti da Israele. Sosteniamo inoltre l’indagine e la punizione dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità.
Il deterioramento e la devastazione della situazione dei lavoratori e delle lavoratrici palestinesi devono cessare. Israele deve adempiere ai suoi obblighi legali internazionali e rispettare il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione. Gli Stati terzi devono smettere di aiutare e favorire Israele nelle sue continue violazioni del diritto internazionale. Gli Stati hanno l’obbligo di non riconoscere la colonizzazione dei Territori Palestinesi Occupati e di adottare tutte le misure in loro potere per garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di Israele. Devono inoltre adottare tutte le misure in loro potere per impedire il genocidio in corso a Gaza e per garantire la protezione di tutti i palestinesi.
Le aziende che forniscono attrezzature o materiali che facilitano l’espansione, lo sviluppo o il mantenimento del colonialismo israeliano sono complici di un crimine di guerra e devono essere ritenute responsabili. Le aziende che forniscono indumenti militari rientrano in questa categoria, così come le aziende che traggono profitto dal regime istituzionalizzato di oppressione e dominazione sistematica che sfrutta i lavoratori palestinesi e utilizza le risorse naturali in violazione del diritto palestinese all’autodeterminazione. Anche le fabbriche di abbigliamento che impiegano lavoratori palestinesi a basso salario sono complici dei crimini israeliani.
La nostra azione è in linea con l’appello del PGFTU e dei lavoratori palestinesi per una vita dignitosa, libera dal colonialismo e dall’occupazione militare.